lunedì 6 giugno 2011

“PENSARE IL PROPRIO FUTURO” UN PROGETTO DI INTERVENTO RIVOLTO ALLE CLASSI TERZE DELLA SCUOLA MEDIA STATALE


Introduzione.

Orientare significa “produrre conoscenza”, porre il ragazzo in grado di prendere coscienza di sé e della realtà che lo circonda, per effettuare scelte consapevoli, autonome, efficaci e congruenti con il proprio contesto. Nella prospettiva che vi proponiamo l’orientamento rappresenta un’azione con finalità maturativa che faciliti la capacità di auto-orientarsi, a partire da vincoli e risorse della situazione attuale. Con tale processo intendiamo favorire la maturazione e lo sviluppo delle competenze necessarie al ragazzo per acquisire autonomia nel definire obiettivi personali e professionali realistici, elaborando un progetto di vita a lui più congeniale.
Una simile finalità maturativa si declina, nello specifico, attraverso una serie di obiettivi quali:
·        Individuare le competenze possedute e quelle che possono essere acquisite o incrementate, laddove per competenze intendiamo non solo quelle tecniche ma anche di tipo relazionale e trasversale;
·        Tradurre il pensiero in comportamento, sperimentandosi nella costruzione di  progetti personali realistici e continuamente verificabili, basati sullo sviluppo delle proprie capacità e abilità;
·        Rendere pensabile il proprio futuro, ovvero accompagnare i ragazzi nel difficile compito di individuare dei percorsi consapevoli, di elaborare strategie, compiere scelte, valutare alternative.


 Il nostro interesse si muove, dunque, verso l’esplorazione e la comprensione delle rappresentazioni e delle strategie che il ragazzo formula e modifica nel tempo per attribuire significati all’ambiente esterno ed al proprio ruolo.
È facile osservare, infatti, quanto i ragazzi siano spesso concentrati sul presente, mostrandosi “impacciati”, o con qualche difficoltà, rispetto alla possibilità di pensarsi realisticamente nel futuro. In questo senso, l’orientamento si arricchisce di concetti quali soggettività, attivazione, trasformazione e progettualità, capaci di tener conto di fattori non solo individuali ma anche di ordine sociale e situazionale.  
Il focus di tale processo, pertanto, è sulla relazione fra mondo interno del ragazzo, le sue aspettative e desideri, e mondo esterno, la sua realtà contestuale.
La scuola può rappresentare il luogo entro cui è possibile ancorare le fantasie alla realtà. Il lavoro di orientamento si propone, quindi, di dare senso all’esperienza scolastica, superando i limiti della riuscita fine a se stessa, per stabilire legami fra opportunità del contesto e attitudini e aspirazioni dei ragazzi.
Le ragioni metodologiche che suggeriscono l’utilizzo del gruppo-classe come referente e promotore di un percorso all’orientamento sono molteplici. In primo luogo, la classe rappresenta un contesto condiviso e familiare ai ragazzi che può sollecitare la conoscenza, la riflessione, l’attivazione e la maturazione delle risorse personali. L’omogeneità del gruppo, in termini di età, esperienze e problematiche favorisce in ciascuno la consapevolezza di non essere solo di fronte alle incertezze del proprio percorso evolutivo. Nel gruppo, inoltre, se si realizza un contesto non valutativo e adeguatamente protetto, i ragazzi hanno non solo l’opportunità di accrescere la conoscenza di sé in relazione al proprio ambiente, ma anche un’occasione di appropriazione di nuove modalità di relazione con la realtà, innescando la premessa per possibili cambiamenti. 
In quest’ottica, la dimensione di gruppo consente un progressivo spostamento dell’unità di analisi dal singolo alla relazione che l’individuo stabilisce con il suo ambiente di riferimento. Non si tratta, dunque, di valutare i singoli ragazzi attraverso l’impiego di strumenti psicometrici (test o questionari psico-attitudinali) quanto di attivare un processo di riflessione e orientamento alla scelta che trovi nel gruppo la principale risorsa esperienziale. Il lavoro in gruppo consente ai ragazzi di “porsi delle domande”, attivando un percorso di indagine e ricerca su loro stessi e sulle proprie potenzialità, piuttosto che aspettare passivamente le risposte e le valutazioni offerte dall’esperto, spesso poco aderenti alla realtà.
Questa funzione di accompagnamento alla scelta svolta con i ragazzi, attraverso un percorso di motivazione e scoperta delle proprie capacità, più in generale consente di attivare un’azione preventiva rispetto ad eventuali situazioni di disagio e dispersione scolastica futura.
Da questo punto di vista un intervento sull’orientamento in uscita dalla scuola media statale dovrebbe proporsi di raggiunge alcuni obiettivi specifici, tesi da un lato a conoscere ed esplorare le forze in gioco presenti nel contesto istituzionale e sociale di riferimento dei ragazzi, dall’altro a promuovere la capacità del soggetto di autodeterminarsi quale attore del suo progetto di vita.
Si può pensare così ad un percorso articolato in vari passaggi:
·        Riconoscersi la possibilità di desiderare, avere aspirazioni, sogni e ambizioni, da poter condividere con il gruppo-classe;
·        Sviluppare competenze di analisi e descrizione del sé, costruendo spazi di riflessione sulle capacità e le risorse personali possedute da ciascuno e sulle aree di interesse, attuali e future;
·        Incrementare quel bagaglio di strumenti relativo all’elaborazione di scelte, alle capacità decisionali e di problem solving, rafforzando il senso di fiducia e di autoefficacia personale dei ragazzi rispetto alle proprie possibilità realizzative;
·        Saper leggere e decodificare limiti e opportunità del contesto di appartenenza in relazione a se stessi, alle proprie aspettative, attitudini e conoscenze;
·        Pensare al proprio futuro, ovvero riuscire ad individuare degli obiettivi che non siano solo desiderabili, ma anche realizzabili entro la progettazione di un percorso personale coerente;
·        Sollecitare lo sviluppo di alcune competenze trasversali: la capacità di comunicare più efficacemente con gli altri; di lavorare in gruppo per affrontare problemi e produrre risultati collettivi; di individuare risorse e raccogliere informazioni utili.

In questo senso, intendiamo muoverci su un doppio livello di lavoro, da un lato la centralità della persona, delle sue abilità e aspirazioni, dall’altro le modalità di relazione con il suo contesto, in termini di ricerca di opportunità e considerazione dei vincoli.

Metodologia dell’intervento.
Si può pensare ad una metodologia di tipo interattivo, con lo scopo di rendere i partecipanti dei soggetti-attivi del processo conoscitivo che avviene nel lavoro di gruppo. Le attività proposte riguarderanno, come già specificato, un doppio livello processuale, da un lato teso all’esplorazione delle attitudini e potenzialità dei ragazzi e, dall’altro, ad un ancoraggio di queste al contesto socio-culturale di riferimento.
La scoperta delle potenzialità e dei desideri dei ragazzi avverrà attraverso strumenti esperienziali, come ad esempio:
·        Un lavoro di ricerca e di sperimentazione sui diversi tipi di intelligenza (verbale, logico-matematica, sociale, musicale, spaziale, ecc.) finalizzato ad individuare i punti di forza e le potenzialità di ciascun ragazzo, attraverso giochi di ruolo e tecniche creative;
·        La definizione e rappresentazione per immagini, attraverso dei collage personali, delle proprie competenze, capacità e desideri, finalizzato ad attivare una riflessione condivisa in cui ogni ragazzo possa confrontare gli aspetti di utopia (sogni “troppo grandi”) e stemperare i propri vissuti d’impotenza (sogni “troppo piccoli”), come importante crocevia per la costruzione di un progetto professionale;
·        Il sogno lavorativo, che consente di valorizzare la dimensione emotiva, proiettandosi nel futuro ed esprimendo alcuni desideri ed aspettative lavorative, che verranno poi confrontate con i risultati del lavoro di collage.

La seconda parte del lavoro, relativa all’esplorazione delle risorse e dei vincoli del proprio contesto di riferimento avverrà attraverso:
·        Il reperimento di informazioni e conoscenze relative all’ambiente di appartenenza, attraverso un lavoro di ricerca (su internet, riviste, ecc.) operato dai ragazzi organizzati in piccoli gruppi;
·        La costruzione e la raccolta di interviste a persone-chiave (studenti, lavoratori) reperiti all’interno della rete di conoscenze informali dei ragazzi, orientate a conoscere gli aspetti salienti di certi profili professionali o formativi futuri a partire dall’esperienza di coloro che hanno già “percorso quelle strade”;
·        Un confronto in plenaria con un esperto di una agenzia di orientamento, che presenterà alle classi le attività e le funzioni svolte da questi servizi.

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