mercoledì 18 maggio 2011

LA CONVIVENZA PRODUTTIVA ENTRO I GRUPPI DI LAVORO


1.      Alcuni temi generali

Il concetto di convivenza organizzativa definisce, nella sua forma più generale, il “vivere insieme” degli individui entro specifici luoghi di lavoro. Condividere un contesto organizzativo significa, per ciascuno dei partecipanti, fare propria la mission aziendale, composta dall’insieme di finalità, obiettivi, strategie, regole e procedure che fondano l’agire produttivo quotidiano dell’impresa. Convivere entro un posto di lavoro, in particolare, richiede all’individuo un preciso impegno produttivo, in relazione al proprio ruolo e ai compiti che è chiamato a svolgere, accanto alla capacità di costruire e mantenere rapporti collaborativi e di scambio con i propri colleghi e superiori fondati sul rispetto reciproco e l’interdipendenza nel conseguimento degli obiettivi.
Il tema della convivenza produttiva si declina, dunque, all’interno di due aree fondamentali:
Ø     la capacità dell’individuo di stabilire e conservare nel tempo relazioni reciprocamente soddisfacenti con gli altri soggetti coinvolti (colleghi, superiori, collaboratori/fornitori e clienti);
Ø     il sapersi orientare al raggiungimento degli obiettivi produttivi richiesti dall’azienda, anche attraverso una gestione efficace delle relazioni suddette;
Spesso, per i più svariati motivi, questo “vivere insieme produttivamente” degli individui, entro uno specifico contesto lavorativo, può subire delle battute d’arresto, determinando un aumento di conflitti all’interno del gruppo, l’insorgere di stress lavorativo, disinteresse nel raggiungimento degli obiettivi, fino alla messa in atto di comportamenti volti, più o meno consapevolmente, ad ostacolare più che a favorire le attività produttive quotidiane fra i membri. È chiaro che eventuali difficoltà transitorie all’interno di un gruppo rappresentano situazioni normali e fisiologiche visto l’impegno, i carichi di lavoro e la fatica nella gestione delle relazioni quotidiane per ciascuno dei partecipanti coinvolti. Il perdurare e il cronicizzarsi di tali difficoltà, tuttavia, rappresenta il sintomo di una situazione più complessa che, in alcuni casi, riguarda un singolo individuo nel suo rapporto con il contesto, mentre in altri coinvolge una parte o tutto il gruppo di lavoro. Che fare?

2.     Obiettivi e metodologia di intervento

Quando ci proponiamo di migliorare il clima di lavoro e la qualità della collaborazione e della partecipazione di uno o più membri alle attività del gruppo, entriamo in quella vasta area di interventi definibili di “promozione del benessere entro il contesto di lavoro”. Questo è un tema attualmente molto sentito, basti pensare che la stessa Commissione delle Comunità Europee ha emesso specifiche direttive a riguardo (direttiva EU 2002-2006, COM/2002/0118 def., e seguenti). Questo tipo di interventi di natura psicosociale si possono, generalmente, sviluppare su due direzioni principali, reciprocamente correlate, a seconda degli obiettivi e delle esigenze organizzative presenti nel contesto, vediamone una rappresentazione schematica:


Benessere nel contesto di lavoro
  
Intervento  sul gruppo
Obiettivi:
Ø      Migliorare il clima di lavoro e la qualità della partecipazione dei vari individui che compongono il gruppo;
Ø      Migliorare le relazioni e gli scambi sul lavoro fra i membri;
Ø      Sviluppare un migliore adattamento della persona al proprio ambiente lavorativo;
Ø      Creare uno spazio di condivisione dei problemi nel quale il gruppo possa capire le difficoltà dei vari partecipanti e individuare strategie e soluzioni per migliorare la convivenza produttiva.


Metodologia
Si organizzano alcuni incontri di gruppo della durata di 1 ora e trenta minuti ciascuno, in orario lavorativo e con una frequenza settimanale, nei quali i partecipanti, attraverso specifiche tecniche esperienziali (esercitazioni, focus group, giochi analogici e simulate) migliorano capacità e affinità nel lavorare insieme. Il gruppo diventa un ottimo strumento per dare voce e capire le possibili difficoltà lavorative dei partecipanti e individuare soluzioni condivise e accettate da tutti.



Intervento sul singolo individuo

Obiettivi:
Ø      Potenziare le risorse personali e la capacità del singolo di affrontare situazioni di stress e di adattarsi al gruppo;
Ø      Imparare a gestire emozioni negative e conflitti generati dalla convivenza lavorativa;
Ø      Potenziare la capacità di scelta e la responsabilità dell’individuo rispetto al proprio agire organizzativo;
Ø      Migliorare la progettualità e l’efficacia del proprio ruolo.

Metodologia
L’organizzazione mette a disposizione dei dipendenti uno “sportello psicologico di ascolto in ambito lavorativo” (sono sufficienti anche alcune ore a frequenza quindicinale per un certo arco di tempo, ad esempio, 2-3 mesi) Questi sono incontri individuali fra lo psicologo e il dipendente che liberamente decide di servirsene, utili ad affrontare specifici problemi attinenti l’adattamento del singolo al contesto aziendale, la sua motivazione, partecipazione e produttività.  



Attraverso queste iniziative metodologiche l’azienda, avvalendosi del professionista psicologo, può offrire ai propri dipendenti specifiche risorse operative utili a prevenire o migliorare situazioni di disagio lavorativo (rispetto a compiti e obiettivi) e relazionale (nel rapporto fra colleghi). L’articolazione dell’intervento, rispetto a tempi, modalità e obiettivi, viene chiaramente pensata negli incontri fra la committenza organizzativa ed il professionista a partire dalle specifiche esigenze dell’azienda cliente.

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